COSTRUIRE

Come la tecnologia ha cambiato il concetto di casa

Quello delle nuove tecnologie è uno dei settori che più hanno subito un’impennata negli ultimi decenni. Gli aggiornamenti e gli investimenti in quest’ambito sono costanti, al punto che tecnologie che fino a ieri sembravano all’avanguardia possono diventare obsolete in un breve lasso di tempo (il termine “obsolescenza tecnologica” è, non a caso, specificamente legato all’epoca attuale), e interessano praticamente ogni contesto industriale.

Più ad ampio raggio, è la trasformazione digitale a tracimare ormai in ogni settore produttivo, con l’obiettivo di modernizzarlo e renderlo più performante e resiliente.

L’edilizia è anch’essa sottoposta a questa cruciale metamorfosi e, di riflesso, anche il concetto di casa si modifica e si plasma con l’aiuto delle nuove tecnologie.

In che modo la tecnologia influenza l’edilizia contemporanea

La trasformazione digitale in ambito costruttivo interessa ogni tappa del processo di realizzazione di un edificio, a partire dalla sua progettazione. Se si considera che, nell’arco di pochi decenni, si è passati dagli elaborati grafici eseguiti a mano alla modellazione 3D dell’ormai ben noto BIM (Building Information Modeling), e che le comunicazioni stesse tra progettista e committente si sono spostate dallo studio di architettura allo spazio in Cloud, si intuisce facilmente che ci troviamo di fronte a una rapidissima e detonante rivoluzione di settore.

La tecnologia interessa oggi a livello pratico anche il cantiere: ai super-collaudati materiali tradizionali – che a loro volta diventano progressivamente più performanti per impatto estetico o qualità tecniche come resistenza, ecocompatibilità e coibentazione – si affiancano su base regolare inediti materiali innovativi (in questo blog abbiamo parlato dei bio-compositi, dei geopolimeri provenienti dagli scarti del marmo, delle facciate tessili, solo per citarne alcuni) che rispettano l’ambiente e favoriscono il riciclo di materiali un tempo considerati semplicemente “rifiuti”.

Senza contare ovviamente le tecnologie applicate ai processi produttivi, che snelliscono le attività e le rendono più rapide, efficienti e precise: un buon esempio in questo senso è la prefabbricazione di particolari elementi costruttivi presso l’azienda costruttrice e la consegna del manufatto “a misura” direttamente in cantiere.

E ancora, in cantiere fanno la loro comparsa sistemi robotici, di automazione e persino di intelligenza artificiale/Machine Learning, che incrementano la sicurezza degli operatori e velocizzano le operazioni. Nel campo della robotica in particolare, ci si attende un impiego sempre più intensivo di macchine operatrici riservate al montaggio e all’assemblaggio di componenti; di apparecchiature cibernetiche esterne per il sostegno del corpo degli operatori (si tratta dei cosiddetti esoscheletri robotici, ossia dei robot indossabili), e dei già citati costruttori robotici in tre dimensioni.

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Per quanto riguarda invece il monitoraggio e l’organizzazione delle operazioni in cantiere, la digitalizzazione punta ai rover autonomi equipaggiati con sensori e telecamere ad alta definizione per i lavori di sterro a ciclo continuo all’interno dei siti; ai visori per la verifica e il controllo dell’avanzamento lavori e, più in generale, agli apparati e sistemi legati alla sensoristica per la rilevazione di specifiche caratteristiche tecniche (per esempio degli impianti).

In definitiva, il cantiere di domani è inevitabilmente destinato a diventare un luogo sempre più tecnologico e automatizzato, pur rimanendo “sede” dell’ingegno umano: un luogo in cui la digitalizzazione si affianca all’esperienza degli specialisti per configurare gli edifici in modo che si adattino preventivamente alle esigenze di chi li abiterà, e in cui il benessere abitativo sia sempre garantito così come la sicurezza e la salubrità degli spazi.

Gli obiettivi dell’innovazione tecnologica in edilizia

Gli obiettivi dell’innovazione tecnologica in ambito costruttivo sono molteplici: da un lato, vi è ormai l’impellente esigenza di ridurre le emissioni di gas serra e il consumo di acqua, limitare la produzione di rifiuti e strutturare sistemi circolari di recupero dei materiali – e quindi di realizzare cantieri ed edifici meno impattanti dal punto di vista ambientale.

Dall’altro, c’è bisogno di costruire edifici e città che resistano meglio ai cambiamenti climatici e ai terremoti e che rispondano alle esigenze abitative di una società che cambia. La tecnologia è quindi oggi al servizio di quello che potremmo definire un “costruire sostenibile” dal punto di vista ambientale, economico e sociale.

Un esempio di quest’ultimo approccio è la stampa 3D degli edifici applicata alla fabbricazione in legno che, si ritiene, potrebbe in un prossimo futuro risolvere le sfide abitative nei Paesi meno avvantaggiati grazie alla sua capacità di costruire, in tempi molto brevi, abitazioni economicamente approcciabili, rapidamente abitabili e di buona qualità complessiva.