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I balconi in legno di Lima, in Perù: un trionfo di storia e cultura

I balconi di Lima rappresentano un patrimonio culturale di incalcolabile valore, che ha preso forma durante il regime coloniale spagnolo e la Repubblica del Perù. Molti di questi balconi, tutti costruiti tra la fine del XVII secolo e il XVIII secolo, sono ancora oggi in ottime condizioni e possono essere ammirati nel centro storico di Lima: attualmente riadattati per scopi residenziali hanno, con la loro estetica peculiare e fondamentale valore storico, influenzato la vita di molti studiosi peruviani, come il celebre scrittore del XIX secolo Ricardo Palma.

I balconi in legno di Lima sono stati l’elemento cruciale che ha spinto l’UNESCO a dichiarare l’intero centro cittadino come Patrimonio Culturale Mondiale.

Da un punto di vista costruttivo, questi splendidi manufatti si rifanno alla cosiddetta architettura coloniale, che nel Vicereame del Perù si sviluppò tra il XVI e XIX secolo, ossia all’epoca della conquista della nazione latino-americana da parte degli spagnoli. I balconi sono un esempio eterogeneo di tanti stili diversi: da quello rinascimentale al barocco, dal neo-barocco al neoclassico. Inoltre, la loro originalità deriva dal fatto che questi stili non sono mai puri, ma sempre condizionati dal viavai culturale del periodo: ecco dunque comparire influenze marcatamente mediterranee, mediorientali, moresche, andaluse e caraibiche.

Gli stili più rinascimentali e barocchi sono, chiaramente, da imputarsi alla presenza europea nel Paese. L’idea rinascimentale che la nobiltà di un palazzo caratterizzasse la grandiosità stessa dell’intera città permea, in toto, tutta l’architettura del centro storico di Lima. In particolare, l’architettura barocca del periodo, caratterizzata da ornamenti a grande impatto scenico e notevole esuberanza progettuale, si rivela prevalente nei balconi ancora oggi visibili.

Il XVIII secolo portò con sé, a Lima, il trionfo dello stile rococò, influenzato dalla presenza francese sul territorio. Il risultato furono ornamenti architettonici originali e prorompenti, caratterizzati da una evidente impronta giocosa. Un esempio è Casa Goyeneche, costruita nel 1863, fulgida manifestazione della pesante mano francese nella progettazione degli edifici dell’epoca.

Ma c’è di più: il pot-pourri tipico del centro storico di Lima e dell’intera architettura peruviana denota anche una marcata influenza araba. I medesimi balconi in legno, conosciuti anche con il nome di “miradori”, sono essi stessi eredità della tradizione moresca che influenzò la Spagna all’epoca dell’occupazione, da parte dei Mori, della parte meridionale nel Paese. E se il termine “mirar” si traduce, in spagnolo, in “guardare”, è evidente che applicato ai balconi vuole evidenziarne la peculiarità di offrire un’ampia visione di tutto il paesaggio circostante.

Da un punto di vista meramente progettuale, i balconi in legno del centro di Lima sono caratterizzati da intarsi e reticolati, oltre che da importanti balaustre. La loro conformazione unica non soltanto garantisce un’ottima visibilità dell’esterno, ma anche una grande privacy per l’osservatore e un’eccellente circolazione dell’aria – elemento, questo, assolutamente fondamentale in un territorio tanto caldo e afoso.

La funzione sociale dei balconi di Lima è cambiata nel tempo, con il mutare della cultura, della politica, della storia. Nel 18esimo secolo questi manufatti erano solitamente utilizzati dai Viceré per comunicare coi coloni. Se a utilizzarli era invece un abate, essi servivano come punto di osservazione privilegiato della popolazione, con la garanzia di non poter essere visti.

E c’è di più: i balconi di Lima divennero celebri come centro di innumerevoli incontri romantici per le donne delle classi sociali più agiate, che avevano così la sicurezza di rimanere protette da sguardi indiscreti (sebbene non dai pettegolezzi). Possono, in questo senso, essere considerati una vera e propria manifestazione della dinamica del potere sociale, poiché illustrano la distinzione marcata che da sempre ha caratterizzato individui appartenenti a classi diverse.

I balconi sono il punto di unione tra l’interno e l’esterno della città di Lima, e creano una perfetta fusione tra spazi familiari e spazi collettivi – caratteristica, questa, prestata dalla tipica architettura islamica. Non meraviglia dunque che questi manufatti siano stati paragonati a “strade del cielo” nella loro funzione di collegamento tra abitazioni private e strade. A coniare questo termine furono Antonio de la Calancha e Juan Meléndez, che scrissero: “Sono così tanti e così ampi da sembrare strade sospese nell’aria”.