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Con l’efficienza energetica ormai divenuta tema centrale nel settore immobiliare e nelle politiche ambientali di un numero crescente di Paesi, sono oggi disponibili diverse soluzioni innovative per ridurre i consumi, abbattere le emissioni di CO2 e migliorare il comfort abitativo degli edifici.
Il cappotto termico è senz’altro tra le più importanti, poiché consente di incrementare in modo efficace le prestazioni energetiche di un immobile: questo sistema di isolamento riduce infatti le dispersioni di calore attraverso le pareti, contribuendo a mantenere una temperatura interna più stabile sia in inverno che in estate.
Ma quante classi energetiche si possono effettivamente guadagnare con l’installazione di un cappotto termico? A seguire, approfondiremo questa specifica tematica per favorire una scelta ancora più informata ed efficace.
Il cappotto termico è un sistema di isolamento progettato per migliorare l’efficienza energetica di un edificio, riducendo la dispersione del calore attraverso le pareti. Può essere applicato sia all’esterno che all’interno dell’immobile ed è considerato – a ragione – una soluzione molto efficace per diminuire i consumi energetici e aumentare il comfort abitativo.
Senza entrare nel merito degli aspetti più tecnici dell’intervento, l’idea alla base del cappotto termico è quella di creare una barriera isolante che protegga la struttura dagli sbalzi termici, mantenendo il calore all’interno durante l’inverno e impedendo il surriscaldamento in estate. L’installazione di un cappotto termico è dunque un intervento strategico per ottimizzare in toto le prestazioni energetiche di un edificio: oltre a garantire maggiore comfort abitativo, consente infatti di ridurre significativamente i consumi, di abbattere le emissioni di gas serra in atmosfera, e di incrementare il valore dell’immobile sul mercato.
Analizziamo i vantaggi di questo intervento in maggiore dettaglio.
Uno dei principali benefit del cappotto termico è la capacità di ridurre le dispersioni termiche dell’edificio, limitando la fuoriuscita del calore in inverno e l’ingresso del caldo in estate. Ciò si traduce in:
Sebbene il risparmio economico sulle bollette possa variare a seconda delle caratteristiche dell’edificio e del materiale isolante utilizzato, in molti casi esso può arrivare addirittura fino al 30-40% rispetto ai consumi precedenti.
Il cappotto termico non solo migliora l’efficienza energetica, ma contribuisce anche a creare un ambiente più confortevole e salubre per le persone. Grazie a questo intervento di isolamento si ottengono infatti:
La sinergia tra questi benefici porta alla creazione di ambienti complessivamente più vivibili, con un microclima interno più equilibrato e un maggiore benessere acustico per chi vi abita.
La riduzione dei consumi energetici porta con sé un ulteriore vantaggio: una minore impronta ambientale. Meno energia utilizzata per riscaldamento e raffrescamento significa infatti meno emissioni di anidride carbonica e un impatto più moderato sul clima.
In una fase storica in cui l’Unione Europea e molti governi incentivano le politiche di sostenibilità e la transizione ecologica, migliorare le prestazioni energetiche degli edifici è una scelta sempre più strategica per tutti i proprietari d’immobili e, naturalmente, per i costruttori. L’adozione del cappotto termico rientra tra le soluzioni più efficaci per allinearsi agli obiettivi di riduzione dell’inquinamento e miglioramento dell’efficienza del patrimonio edilizio.
Un immobile con una classe energetica più elevata è più attrattivo sul mercato e può essere venduto o affittato a un prezzo più alto rispetto a edifici con prestazioni energetiche inferiori. I principali motivi di questa valorizzazione sono:
Abbiamo a questo punto chiarito che l’installazione di un cappotto termico è uno degli interventi più efficaci per migliorare la classe energetica di un edificio. Quest’ultima indica il livello di efficienza di un immobile dal punto di vista dei consumi energetici e viene espressa con una scala che va dalla classe G, la meno efficiente, fino alla classe A4, che rappresenta il massimo livello di prestazione energetica.
Tale classificazione è determinata in funzione di parametri quali:
Gli edifici in classe energetica bassa (E, F, G) consumano molta più energia rispetto a quelli di classe superiore (A, B), con un impatto diretto sulle bollette e sull’ambiente. Per questo motivo, migliorare la classe energetica con un cappotto termico è sempre da ritenersi un investimento strategico e vantaggioso.
L’entità del miglioramento dipende da diversi fattori, tra cui lo stato iniziale dell’edificio, il tipo di isolamento scelto e l’ampiezza dell’intervento.
Per quanto riguarda l’isolamento a cappotto esterno, il salto energetico può essere significativo soprattutto se l’intervento è realizzato con materiali performanti e in maniera omogenea su tutta la struttura. Un edificio in classe G, per esempio, può migliorare fino alla classe B o addirittura A, riducendo drasticamente i propri consumi energetici. La ragione è legata alla capacità del cappotto esterno di:
In funzione dei risultati che permette di ottenere, questo intervento è particolarmente efficace nei condomini e negli edifici unifamiliari con ampie superfici disperdenti, permettendo di accedere anche agli incentivi fiscali per la riqualificazione energetica.
Quando non è possibile realizzare un cappotto esterno, ad esempio per vincoli urbanistici o architettonici, si può comunque optare per un cappotto interno. Sebbene questa soluzione comporti per forza di cose una perdita di spazio abitabile, consente comunque di ottenere un significativo miglioramento della classe energetica: nello specifico, se l’intervento riguarda almeno il 25% della superficie disperdente lorda dell’edificio, il “salto” può essere di due classi energetiche.
Il cappotto interno è in genere una soluzione presa in considerazione per:
L’installazione del cappotto termico non è sempre una scelta volontaria: in alcuni casi può diventare un obbligo normativo, soprattutto in seguito a interventi di ristrutturazione energetica o di riqualificazione di edifici esistenti.
Per le nuove costruzioni, il rispetto di rigidi standard di efficienza energetica impone oggi l’adozione di soluzioni di isolamento performanti. Sebbene non venga espressamente richiesto l’uso del cappotto termico, gli edifici devono rientrare in classi energetiche elevate (A o superiore), e spesso l’isolamento a cappotto rappresenta la soluzione più efficace per raggiungere questi standard.
L’obbligo di installare un cappotto termico scatta nei casi di ristrutturazione importante di primo livello, come stabilito dal Decreto Requisiti Minimi (DM 26 giugno 2015).
Sintetizzando, un intervento rientra in questa categoria quando:
In entrambi questi casi, il cappotto termico o un sistema equivalente diventa necessario per rispettare le prestazioni minime di isolamento termico imposte dalla normativa.
Chi accede a incentivi fiscali per l’efficientamento energetico, come il Superbonus (attualmente con aliquote ridotte rispetto all’originale 110%), deve garantire il miglioramento di almeno due classi energetiche o il raggiungimento della classe più alta possibile.
Per ottenere il beneficio fiscale, il cappotto termico è spesso un intervento trainante, ovvero un requisito necessario per accedere ad agevolazioni su altri interventi, come la sostituzione degli infissi o l’installazione di impianti di climatizzazione efficienti.
Infine, all’interno dei condomini l’installazione del cappotto termico può diventare obbligatoria quando si realizzano interventi di ristrutturazione energetica su una parte significativa dell’involucro esterno, come la facciata.
In particolare, il Decreto Legge 34/2020 (cosiddetto Decreto Rilancio) ha incentivato gli interventi di isolamento nei condomini, rendendoli spesso indispensabili per migliorare la classe energetica e accedere ai bonus edilizi.
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