Architetto, docente, innovatore

Rinaldo Scaioli

Architetto, docente, innovatore

Rinaldo Scaioli, considerato a ragione tra i grandi maestri dell’architettura italiana contemporanea, viene a mancare nel 2014. In occasione del decennale dalla scomparsa, Schiavi Spa – unita alla figura di Scaioli da un rapporto di stima e affetto, costruito nel corso di numerose collaborazioni professionali – sceglie di ricordarlo con un ebook monografico che ne ripercorre la vita, il pensiero e l’innovativa visione attraverso l’analisi di numerosi progetti compiuti e incompiuti.

Una disamina attenta e minuziosa, che celebra l’opera multisfaccettata di un professionista – architetto, ma anche docente universitario – la cui singolare interpretazione dello spazio, degli edifici e persino degli oggetti ha influenzato e continua a influenzare le nuove generazioni. Al cuore della visione del mondo di Scaioli ci sono, dopotutto, la curiosità e la formidabile abilità di interpretare il mondo in un modo che supera i meri confini degli elementi strutturali, funzionali ed estetici delle case e delle cose, giungendo a una proiezione molto spesso precisa e coerente delle loro esigenze future.

Caratteristiche che ogni “professionista del costruire” vorrebbe poter fare proprie.

Chi era Rinaldo Scaioli

Rinaldo Scaioli (1928-2014), figlio di un padre scenografo alla Scala di Milano, impara l’uso della matita e dei colori fin dall’infanzia: un’inclinazione e una formazione che plasmano la sua sensibilità artistica e ne permettono l’evoluzione nel corso degli anni.

Nel 1953, Scaioli si laurea in architettura al Politecnico di Milano, e lo fa con Gio Ponti, uno degli architetti più influenti dell’epoca. L’educazione artistica di Scaioli, permeata dal gusto libero e morbido del disegno a matita appreso dal padre e dalla linea efficace ed elegante della poetica pontiana, ne forgiano lo stile distintivo. Il suo percorso accademico lo porta a diventare assistente volontario di Ponti alla cattedra di Arredamento e Architettura degli Interni, dove sviluppa un dono didattico orientato alla chiarezza, alla sperimentazione e al dialogo continuo con gli studenti.

La carriera professionale, iniziata nel 1954, vede la convergenza di teoria e pratica attraverso numerosi progetti realizzati proprio con l’impresa di costruzioni Schiavi Spa: per Scaioli, la progettazione non è solo un esercizio teorico, ma un concreto dovere che implica la responsabilità di plasmare gli spazi in piena armonia con chi li abita.

Le sue architetture si distinguono per forme modulari, un’attenzione storica ai recuperi, e soluzioni turistiche o residenziali che comunicano apertamente con gli spazi circostanti. La sua visione progettuale si delinea in modo netto, ancora oggi, in un’eredità architettonica che interpreta correttamente il presente e – contemporaneamente – abbraccia il futuro, senza mai trascendere da un fortissimo legame con le tradizioni costruttive dei luoghi.

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Tra opere realizzate e progetti, una retrospettiva sull’architettura di Rinaldo Scaioli

Con la monografia dedicata a Rinaldo Scaioli, Schiavi Spa si propone di riesaminare con cura la carriera e il pensiero dell’architetto attraverso l’analisi approfondita di alcune delle sue opere più significative, sottolineando chiaramente il suo approccio all’architettura.

Questa ricerca, risultato del vaglio e dello studio di una copiosa documentazione, prende in esame sia opere effettivamente realizzate che proposte di progetto ancora alla fase di studio concettuale.

Il trait d’union di ogni progetto architettonico firmato da Rinaldo Scaioli è sempre il foglio bianco, il mezzo attraverso il quale la curiosità diventa un’idea che percorre non soltanto lo spazio fisico, ma anche il tempo.

Si tratta di un vero e proprio processo di trasformazione che, a partire da uno stato di visione intangibile, si materializza poi sulla carta e prende la forma di un’entità fisica, percepibile, verificabile.

Nella visione di Scaioli, senza dubbio inedita, originale e innovativa, l’architettura non è semplicemente la disciplina che organizza lo spazio antropizzato perché sia vivibile per l’uomo, quanto piuttosto una comunicazione biunivoca tra tecnica ed estetica, tra urbanistica e natura.

L’arte dell’architetto milanese si caratterizza, di riflesso, per una spiccata attenzione ai dettagli, inclusi quelli apparentemente meno importanti, e per la capacità innata di trasformare volumi d’uso comune in elementi rivoluzionari all’interno dello spazio, in protagonisti al centro del palcoscenico.

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