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Cos’è la filiera corta nell’edilizia? Essenzialmente, si tratta di una modalità costruttiva più “sostenibile”, intesa come a kilometro zero o quantomeno di prossimità territoriale, e che potrebbe rappresentare un importante traino per l’industria del futuro.
In termici pratici, la filiera corta applicata all’edilizia parte dalla selezione e dall’impiego di materiali tipici di un territorio, ordinandoli in loco, per poi giungere ai processi produttivi veri e propri con l’obiettivo di ridurre l’impatto energetico e ambientale ai minimi termini. Se ne parla almeno da un paio d’anni, ma soltanto di recente questo nuovo approccio costruttivo è diventato punto focale della cosiddetta “edilizia del futuro”, assieme a concept altrettanto validi come l’ormai noto efficientamento energetico, l’edilizia circolare e il recupero dell’esistente.
L’edilizia e l’architettura del prossimo futuro saranno dunque totalmente orientate alla costruzione di manufatti che siano, da un lato, compatibili con il territorio in cui vengono collocati e, dall’altro, promotori di benessere e incrementata qualità della vita per le persone che li abitano.
Vale la pena ricordare che l’edilizia muove, da sola, ben il 15% del Pil italiano e che il suo potenziale è molto elevato. Pur nella consapevolezza della crisi di settore che da anni l’ha colpita, bisognerà necessariamente modificare alcuni paradigmi e agevolare evoluzioni tanto tecnologiche quanto culturali per fare in modo che l’industria, nel suo complesso, viva una nuova rinascita.
I primi passi nella direzione giusta sembrano essere già stati mossi, a partire da una politica ormai collettivamente più sensibile a tematiche divenute imprescindibili: efficienza energetica degli edifici, riqualificazione del patrimonio immobiliare esistente, rispetto e valorizzazione del territorio ed ecosostenibilità, qualità della vita e, ovviamente, anche filiera corta.
Quest’ultima non va dunque interpretata come la panacea di tutti i mali, quanto piuttosto come un ingrediente fondamentale in una ricetta che, nel suo complesso, deve funzionare. Una vera e propria trasformazione complessiva dunque, che potrebbe mutare la crisi che ha falcidiato tante imprese in un’inedita possibilità per il futuro.
L’edificio di domani dovrà quindi inevitabilmente evolversi come risultato dell’evoluzione intrinseca del settore costruttivo. Al contempo, l’evoluzione del concetto dell’abitare rappresenterà una rivoluzione positiva anche per gli abitanti, che beneficeranno di un livello di benessere sempre più marcato.
Per quanto riguarda il contenimento dei costi costruttivi, si punta tutto sulla scelta dei materiali – in particolar modo quelli di scarto ampiamente utilizzabili, dal legno alla paglia, fino persino alle alghe, che si dimostrano eccellenti come isolante e ignifugo. Si torna dunque, nuovamente, a un’idea di edilizia circolare in un modo mai realmente applicato fino al momento attuale.
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