Racconti storici

La chiesa di San Paolo Apostolo a Bergamo: un centro parrocchiale e comunitario

Tra le centinaia di progetti emersi dall’imponente archivio di Schiavi Spa nel corso del nostro recente processo di riorganizzazione documentale, e successivamente inclusi nel volume celebrativo che racconta la nostra storia, alcuni sono talmente prestigiosi e importanti dal punto di vista socioculturale da meritare un racconto a parte.

2_SAN_PAOLOTra questi progetti figura quello sviluppato per il Centro Parrocchiale San Paolo Apostolo, uno degli edifici liturgici più noti – e immediatamente riconoscibili dal punto di vista architettonico – a Bergamo.

L’iniziativa prese il via negli anni Sessanta, in un momento culturalmente molto vivace per l’Italia ma anche vero e proprio “ponte temporale” tra un passato prevalentemente rurale e un presente sempre più urbanizzato. Si tratta di un dettaglio molto importante, che di fatto sarebbe diventato parte integrante del DNA dell’edificio così come lo conosciamo ancora oggi.

Firmato nel 1965 dall’ingegner Luciano Galmozzi, il progetto San Paolo Apostolo prese in considerazione fin da subito l’edificazione contestuale sia della chiesa che del vicino centro parrocchiale. Il motivo è facilmente intuibile: i cittadini di Bergamo necessitavano certamente di un luogo di culto nel quale riunirsi, ma c’era bisogno anche di uno spazio sociale che servisse il ruolo di punto di riferimento per la comunità. È per tale ragione che, in un articolo precedente da noi dedicato a questo particolare progetto, abbiamo definito il complesso una sorta di “vascello di transizione” tra la Bergamo degli Anni Sessanta e quella più recente e contemporanea.
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Il Centro Parrocchiale di San Paolo Apostolo: un punto di riferimento cittadino che ha recentemente festeggiato i suoi primi cinquant’anni

E9-Fronte ovestAlla fine del 2019 è stato celebrato il cinquantenario della posa della prima pietra del Centro Parrocchiale di San Paolo Apostolo: un traguardo importante, per uno spazio cittadino che continua a stagliarsi come uno tra i socialmente più vibranti della città.

Il tempo trascorre diversamente per gli edifici, in modo più lento e misurato, più in linea con l’esistenza delle comunità in senso lato che di quella dei singoli individui. Non è un caso che costruzioni anche relativamente datate continuino a sprigionare un intrinseco senso di novità e di vitalità. Il complesso di San Paolo Apostolo incarna questa filosofia perché, già a livello progettuale, è riuscito a rappresentare un principio immutabile, legato alla necessità di trasformare un semplice quartiere in un concept di collettività coesa e sinergica.

ChiesaSPaolo_Apostolo_Bergamo-1Da un punto di vista prettamente costruttivo, le modifiche applicate in corso di progetto per far sì che le dimensioni effettive della struttura fossero coerenti con la densità di popolazione dell’allora nuova zona residenziale hanno reso l’edificio una manifestazione tangibile delle complesse dinamiche urbane della città di Bergamo.

La flessibilità, la capacità di adattamento e la resilienza – curiosamente, caratteristiche intrinseche anche dei bergamaschi – sono quindi da sempre parte integrante di questo complesso, alla cui costruzione ha contribuito anche la nostra impresa.

Schiavi Spa si aggiudicò l’appalto dei lavori di edificazione nel febbraio del 1969. Grazie all’intensa comunicazione mantenuta con il progettista e il direttore dei lavoro lungo l’intero processo di costruzione, il complesso parrocchiale di San Paolo Apostolo rappresenta ancora oggi una sintesi compiuta tra tecnica e arte, capace di interpretare perfettamente le esigenze stilistiche, spaziali e simboliche della comunità bergamasca.

Oggi come allora, l’edificio è una fusione tra passato e futuro, ben visibile nelle forme audaci eppure morbide, negli spazi generosi ma al contempo raccolti, nello studio accurato di ogni singolo particolare, come i mattoni che rivestono gli esterni, il gruppo bronzeo che decora gli interni, i pregiati arredi liturgici realizzati dallo scultore bergamasco Piero Brolis.

La consegna dell’edificio, totalmente ultimato e pronto per essere vissuto, avvenne in piena puntualità nel 1970. Da quel momento in poi, il suo ruolo di luogo di riferimento per il quartiere è rimasto inalterato.

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